lunes, 13 de abril de 2009

Per una terra che potessi chiamare amica




Per il distacco;
Per l’emozione di quello che parte e la tristezza di quelli che rimangono.

Per la lontananza.
Per il viaggio in se.

Per essere da solo tremando sopra la pelle del mondo
Per affondare i piedi scalzi nella sabbia tiepida ti un tramonto del mese d’agosto
Per il colore bruciato di una città barocca.

Per la dolcezza del ritorno e la condanna dell’abbandono.

Per la vita che ci ruba l’innocenza.
Per il caos di quegli che sono caos.
Per il disincanto che diventa fede.

Per tutta la “roba” che ci insegna a restare soli.

Per la fede che diventa culla.

Per La Madre spaventata
Per Il Padre che vede tornare al figlio indenne.

Per la culla che arriva ad essere destino.

Per tutte le tempeste che annunciano i fulmini.

Per quegli che sanno del dolore e leggono nelle tue cicatrici.
Per i segni che non si vedono e solo noi sappiamo riconoscere.

Per tutti i fulmini che si sono accessi senza portare pioggia……

Per i ricordi, per conoscere. Per saper dimenticare… per volare, per il mio cane.
Per la stanchezza.

Per l’idea, per i libri, per la storia, per te… Per me

Per il grembo materno.

Per la crudeltà del cemento e la lontananza del paesaggio.

Per la trasformazione.

Per la bugia che si fa metafora,
per la metafora che prende vita.

Per i tuoi ricordi: Per i treni, per le navi…

Per inseguire un sogno…

Per una terra che potessi chiamare amica.